domenica 8 giugno 2008

Documento di sintesi del Partito Democratico sulla situazione dei rifiuti nel comprensorio ATO CT3 - presentato nella riunione di Misterbianco.

Crisi della Simeto Ambiente ATO CT3: denuncia e proposte

La Destra siciliana, con Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo in testa, dopo aver montato, per la gestione dei rifiuti, 27 carrozzoni clientelari, in un sovrapporsi di illegalità, oggi scopre tardivamente - dopo aver cumulato 600 milioni di euro di debiti - che le Ato si possono ridurre e tornare ai comuni, come prevede la legge, ma intanto – accanto ad alcuni provvedimenti opportuni se pure tardivi - si registrano ancora arroganze e dispregio della legalità.
Tutti lo sappiamo, alcune situazioni sono esplosive, come quella dell’ATO CT3, in cui la Simeto Ambiente sta portando al fallimento le ditte che gestiscono il servizio, mettendo a rischio immediato il servizio di raccolta nei comuni e quindi 500 lavoratori, mentre pagava profumatamente le proprie indennità e le consulenze, elaborava tariffe illegittime, emanava bollette vertiginose, nell’assenza di programmazione, nella bassa percentuale di raccolta differenziata; nella mancanza di entrate dal riciclo; nel caos totale della gestione di riscossione e informazioni ai cittadini.
Mentre tutto ciò esplode, Mimmo Calvagno, il presidente del disastroso fallimento della Simeto Ambiente, si candida alla Provincia Regionale, nel partito politico del Presidente della Regione.

Il Coordinamento dei 18 comuni ambito dell’ATO CT 3, costituito dal Partito Democratico - che sta seguendo con attenzione, lo svolgersi degli eventi - avanza, una proposta che comprende interventi capaci di salvare, insieme: il regolare servizio, i posti di lavoro e il ripristino della piena legalità.

- Premesso che la gestione dei rifiuti in Sicilia e in particolare nell’ATO CT3, è divenuta esplosiva e richiede assunzione di piena responsabilità da parte di tutte le istituzioni, nel rispetto della legalità e dei diritti dei cittadini;
- preso atto dello stato della gravissima crisi finanziaria in cui versa la “Simeto Ambiente S.p.A.” e del persistente contrasto tra l’esigenza di riscossione e l’illegittimità delle bollette fin qui emesse;
- che le fatture emesse dalla Simeto Ambiente S.p.a. sono infatti da considerarsi illegittime in quanto:
1) la tariffa non è stata determinata dagli enti locali - come previsto dalla legge D.Lgs. 22/97 – art.49 c.8 - (“Decreto Ronchi”) - ma dal soggetto gestore;
2) gli importi presenti nelle fatture sono gravati da iva e addizionale provinciale, in violazione del divieto di duplice imposizione fiscale sullo stesso prelievo per il nostro ordinamento tributario;
3) nel determinare gli importi non si è tenuto conto dell’obbligo di graduazione dell’onere fiscale in relazione alla “capacità contributiva” del singolo utente (in relazione alla quantità dei rifiuti conferiti, da definirsi in base alla consistenza numerica del nucleo abitativo e alla durata temporale della fruizione del servizio, come nel caso di dimore stagionali), in palese violazione del principio sancito dall’art. 53 della Costituzione.
- considerato che i difensori civici di molti comuni serviti dall’A.t.o. Ct 3, hanno presentato ricorso al Garante per i contribuenti della Regione Sicilia, per l’annullamento delle fatture della Simeto Ambiente per illegittimità;
- considerato che il TAR di Palermo, con la sentenza n. 2295/07 del 25.10.2007, ha dato ragione al Comune di Santa Ninfa, rigettando il ricorso della “Società Belice Ambiente s.p.a.”, contro la delibera mirata a riacquisire la funzione di determinazione della Tariffa;
- che la Commissione Tributaria Provinciale di Catania, con la recente sentenza n.196/3/08 del 10.4.2008, ha sancito la nullità – per difetto assoluto di competenza – delle fatture emesse dalla Società Simeto Ambiente;
- ritenuto che, per quanto detto, occorre che sia ristabilito un quadro di legittimità e che i Comuni recuperino, anche per gli anni pregressi la piena capacità giuridica e la funzione di determinazione della TIA;
- visto che la stessa Simeto Ambiente, in una lettera al prefetto del 29/05/2008, precisa che la sentenza 196/3/08 “cosituirà un precedente di notevole peso” e che “a questo punto l’attività di riscossione e di accertamento della Simeto Ambiente s.p.a deve fermarsi”;
- visto che, a fronte della scadenza del 10 giugno, in cui è fissata un’istanza di fallimento, da parte delle ditte fornitrici del servizio, la Simeto Ambiente ha pressato i consigli comunali per ottenere ratifica di regolamento e tariffe illegittime pregresse, esponendo i consiglieri comunali ad adempimenti in contrasto con la legge, e ad eventuali assunzioni di responsabilità in solido, da compiersi tra l’altro in assenza dei necessari piani finanziari;.
- visto che i consigli comunali, che si sono già riuniti, con la mancanza del numero legale o con la bocciatura, stanno rifiutando di essere espropriati della propria funzione;
- che il basso livello di riscossione (intorno al 20%), come accertato dalla “Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse” - istituita con legge 20.10.2006 n.271 - trova ragione nel fatto che gli ATO sono “individuati come il maggiore centro di imputazione delle responsabilità relative alla lievitazione dei costi del nonciclo dei rifiuti in Sicilia” e che la loro “inefficienza costosa, peraltro sanzionata anche dai cittadini siciliani che hanno avviato…procedure dirette a contestare la pretesa impositiva di tali enti”;

il Coordinamento del Partito Democratico chiede un incontro:
al prefetto di Catania, al Commissario ARRA, per l’ATO Ct3, Antonio Giannettino - di cui si saluta la nomina
(sollecitata da questo Coordinamento, presso il Prefetto), per porre alcune istanze:
- richiesta immediata al giudice, che deve emettere la sentenza di fallimento della Simeto Ambiente, per un eventuale rinvio dell’udienza, data la delicatezza del servizio coinvolto;
- richiesta di dimissionamento d’ufficio di Mimmo Calvagno e del CDA della Simeto Ambiente ATO CT3, per impossibilità a proseguire la gestione della delicatissima fase attuale; per l’immediato, il Commissario, dell’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, dia ai Comuni il supporto, che riavvii un percorso virtuoso;
- il commissario quantifichi - rendendo noto in modo trasparente il piano finanziario - la somma minima indispensabile per salvare la continuazione del servizio;
- la Regione Sicilia - nelle more di un rapido ripristino di legalità e riscossione - si impegni a garantire il servizio di raccolta e smaltimento, facendo ancora ricorso al fondo di perequazione di cui all’art. 11 della L.R. 17/2004;
- la parola torni ai Comuni, ma davvero. Non si può accettare che si scarichino, sui Consigli Comunali costi insostenibili e copertura di illegittimità; ma questi:
· si approprino innanzitutto dei propri compiti e, vista l’illegittimità delle tariffe pregresse, rideterminino nuove e più eque tariffe, nei modi stabiliti dalla legge e nel principio di gradualità della TIA (tassa da applicare in relazione alla consistenza del servizio ricevuto), peraltro richiamato dalla stessa Carta Costituzionale – art.53 ;
· contribuiscano ad un rapido rientro dell’emergenza debitoria, con interventi di importo sostenibile, ai sensi dell’art. 21 comma 17 lella L.R. n. 19/2005, prelevando sul capitolo di bilancio “partita di giro”;
· prevedano, in bilancio comunale, adeguate risorse per intervenire a sostegno delle fasce più deboli;
· intervengano per la disapplicazione dell’IVA sulle fatture TIA, anche in considerazione della inammissibile disparità di trattamento fiscale tra cittadini sottoposti al pagamento della TARSU (in esenzione da IVA) e cittadini sottoposti al regime TIA e al conseguente pagamento dell’IVA;
- sembra inoltre opportuna la segnalazione alla Procura Generale, presso la Corte dei Conti della Regione Siciliana dell’opportunità di aprire un procedimento per l’accertamento di eventuali responsabilità amministrativo/contabili in relazione agli ingenti costi prodotti a carico dei cittadini e delle stesse risorse finanziarie dei Comuni dall’anomala ed illegale organizzazione e gestione del servizio;

Tutto ciò, mentre:
la Regione appronti un nuovo Piano Regionale; rilanci la differenziata e gli interventi per la chiusura del ciclo;

la Provincia riprenda e i suoi vecchi compiti non esercitati di programmazione e controllo; attivi una nuova diretta responsabilità gestionale;

l’Agenzia Regionale attivi un tavolo permanente di controllo, in Prefettura.
Il coordinamento si è avvalso - per alcuni aspetti della proposta - di consulenze legali ed elaborazioni di esperti, quale il dott. Giuseppe Bruno, già dirigente di servizi tributari.

PD - Coordinamento dei 18 comuni serviti dall’ATO CT 3


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lunedì 2 giugno 2008

ATO - I nodi vengono al pettine

La Commissione Tributaria Provinciale di Catania con sentenza n. 196/03/08 del 10/04/2008, depositata in Cancelleria il 15/05/2008, ha accolto uno dei ricorsi presentati attraverso la Federconsumatori di Catania, dichiarando di fatto l'illegittimità della fattura TIA e la competenza dei Consigli comunali (così come prevede il Decreto Ronchi) nel determinare le tariffe per ogni singolo Comune d'ambito.
La sentenza, seppur pronunciata da una delle 12 sezioni della Commissione Tributaria, costituirà comunque un punto fermo al quale si dovranno attenere le altre sezioni nel dare corso all'esame degli altri centinaia di ricorsi presentati dai contribuenti.
E già si profilano, situazioni ricattatorie nei confronti dei Comuni interessati e minacce serie nei confronti dei lavoratori con conseguente blocco del pagamento degli stipendi.
Situazione che ha portato i vertici della Simeto Ambiente SpA a chiedere un incontro in Prefettura con i Sindaci e le parti Sindacali, incontro avvenuto il 31 maggio dove è stato chiesto ai Sindaci la disponibilità di 4.000.000 di euro, pena la sospensione del servizio. I Sindaci hanno ribadito che la maggior parte dei Comuni interessati non dispongono di liquidità tali da far fronte alla richiesta. Intanto il Prefetto ha convocato per oggi un incontro con i Presidenti dei Consigli comunali dei 18 Comuni interessati. Si profila inoltre lo stato di agitazione dei lavoratori. Stanno venendo al pettine tutti i nodi creati da una assurda legislazione regionale voluta dai governi di centrodestra e perpetuata con colposa corresponsabilità dai carrozzoni clientelari che si sono succeduti nella gestione palese e occulta delle ATO.