mercoledì 15 dicembre 2010

UNA BOCCATA DI DEMOCRAZIA

di CURZIO MALTESE da La Repubblica del 12 dicembre 2010

Folla, colori, allegria, il sole e le piazze romane. Ci voleva una giornata di sana democrazia per respirare fra i miasmi di una politica ridotta all'orrido cinepanettone parlamentare recitato da onorevoli macchiette in vendita.

Una boccata di democrazia La manifestazione del Pd in piazza San Giovanni a Roma
Per distrarsi dallo spettacolo di un grande paese in mano al voto degli ultimi due voltagabbana arruolati da Di Pietro. È un sollievo incontrare le facce di un'Italia diversa, reale. Quanti erano? Chissà. Se Berlusconi giurava di aver superato i due milioni la primavera scorsa, allora qui dovrebbero essere cinque o sei. Basta confrontare le foto di piazza San Giovanni dall'alto. Fuori dalla contabilità di fantasia, comunque una marea. Ma più dei numeri conta l'emozione di veder sfilare i ragazzi dell'Aquila accanto ai precari dello spettacolo, i ricercatori e i migranti, i maestri elementari e i cassintegrati, da tutta Italia, con cento dialetti e un milione di storie.

Una gran bella giornata. Tanto bella quanto probabilmente inutile. A questa politica del paese reale importa poco o nulla. I giochi si fanno altrove, nei palazzi del potere berlusconiano. Quanti se n'è comprati? Quanti ne comprerà nelle prossime 48 ore? Nel retropalco di piazza San Giovanni, mentre parla Bersani, gli specialisti sfoderano il pallottoliere. Dario Franceschini, che di solito ci azzecca («comunque più di Di Pietro» è la battuta), sostiene che il fronte della sfiducia è ancora sopra di due voti. «Se Guzzanti passa di là, siamo pari».

L'unica certezza è che non vi sarà un solo parlamentare, un singolo esponente del popolo, che cambierà idea perché uno, due o cinque milioni d'italiani sono scesi in piazza. Badano ad altre cose, consulenze, contratti in scadenza,
rielezione, pensioni, mutui, ipoteche, debiti. La manifestazione di ieri non servirà a dare una spallata al governo Berlusconi. Ma può dare una scossa di fiducia al Partito Democratico, da mesi paralizzato da un paradosso. Il berlusconismo perde colpi, ma il principale partito d'opposizione non guadagna consensi, al contrario scivola nei sondaggi. Perché, se ha potenziale elettorale che supera il quaranta per cento? Perché, se ogni chiamata alla piazza raccoglie milioni di adesioni, quando in tutte le democrazie occidentali mezzo milione di persone in corteo costituiscono un record?

Il Pd è a un bivio storico, di fronte a una scelta difficile, che merita rispetto. Alle prese con un problema assai più profondo di quanto appaia dalle risse fra la ventina di aspiranti segretari. Il Pd deve scegliere se diventare un partito come tutti gli altri, ovvero il comitato elettorale di un leader forte e carismatico. Oppure rimanere l'ultimo partito collegiale sulla scena.

Nel suo bel discorso Bersani, assai più efficace in piazza che in televisione, ha rivendicato con orgoglio la diversità del Pd. «Non vogliamo creare passione per una persona, ma per la Repubblica». È cosa buona e giusta da dirsi, nobile. Bisogna vedere se è anche attuale. Nell'Italia berlusconizzata, ma non solo, i partiti sono la narrazione di un capo. Oggi il Pd, con tutta la fatica e il dolore affrontato per separarsi dalle proprie radici, il Pci e la Dc, si trova a perdere voti nei confronti di Vendola e Casini, rispettivamente un ex comunista e un ex democristiano, entrambi poco ex, i quali semplicemente hanno capito due o tre cose in più su come funziona la comunicazione politica nei tempi moderni. Nell'Italia del 2010 il Pd è un partito che appare fermo al Novecento, mentre il resto del mondo è entrato da tempo nel Duemila. Oppure è regredito all'Ottocento, chissà, ma in ogni caso sta altrove.

All'orizzonte del Pd oggi non esiste un leader carismatico. L'ultimo giovane pretendente l'hanno appena beccato a confabulare in segreto ad Arcore, lui sostiene per il bene di Firenze. Ma anche se si presentasse Obama in persona, il Pd per come è strutturato non accetterebbe mai di diventare il partito di un leader. Gli unici ad averci provato in questi anni, Prodi e Veltroni, sono finiti presto. Sia pure dopo aver raccolto molti più consensi delle direzioni collegiali. Ad ascoltare la gente di San Giovanni, la base del Pd non avrebbe dubbi sulla scelta da compiere. C'è il rischio che la metà delle persone scese in piazza all'appello di Bersani, in caso di primarie si precipitino a votare Vendola. Forse domani cambierà tutto, se cadrà Berlusconi. Ma per far finire il berlusconismo, più che un governo tecnico, servirebbe allora la rivoluzione invocata dal grande Mario Monicelli.
"Non vogliamo creare passione per una persona, ma per la Repubblica"


venerdì 3 dicembre 2010

Care democratiche e Cari democratici,

Vi comunico e confermo che alla manifestazione di Roma del prossimo 11 dicembre potremo partecipare grazie alla possibilità di un treno speciale che parte da Catania alle 22:00 del 10 dicembre e ci porterà a Roma. Sabato sera, dopo la manifestazione, si ripartirà da per ritornare a Catania al prezzo di 10 euro per gli adulti e 5 euro per i giovani sotto i di 30 anni.
Se siete interessati a partecipare o avete qualche familiare o parente che vuole partecipare, domani sabato 4 dicembre dalle 17:00 alle 18:30 circa, sarò presso la sede del PD a raccogliere i nomi dei partecipanti. Gia 16 persone mi hanno fatto sapere di voler partecipare, chiedo anche a loro di poter passare nel Circolo in Corso Ara di Giove 134 per dare conferma.

Ricordo inoltre che il gruppo giovanile è partito ed ha fatto i primi incontri, stiamo lavorando per farlo crescere e diventare autonomo, quindi aspettiamo che da ognuno di voi possa venire un aiuto, sollecitando qualche amico parente che è interessato a partecipare perchè è insieme ai giovani che si costruisce il futuro; fate riferimento a me (3478057498) o a Valentina (3479946258)

aspetto fiducioso vostre risposte alle sollecitazioni che invio
grazie sempre

Salvatore Bonaccorsi
Segretario PD Pedara

sabato 27 novembre 2010

LA NOSTRA VISIONE PUNTO PER PUNTO

PORTA PER PORTA
domani 28 novembre al mercato domenicale di Pedara
(dalle 9:00 in poi)



giovedì 25 novembre 2010

La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne deve rappresentare un’occasione per combattere un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale. I dati Istat ci dicono che in tutto il mondo la violenza del partner è la prima causa di morte per le donne tra i 14 ed i 44 anni e che in Italia oltre 14 milioni di donne sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita: 1 milione e 400 mila ha subito uno stupro prima dei 16 anni, oltre il 90% dei casi non è mai stato denunciato.
La violenza rappresenta così l’aspetto più drammatico di una violazione dei diritti umani e di una riduzione delle opportunità di vita delle donne.
La violenza nega alle donne e alle ragazze i più fondamentali diritti: la vita, la libertà, l’integrità corporea, la libertà di movimento e la dignità della persona.
Nel nostro Paese emerge sempre più spesso una concezione delle donne che ci offende; la crisi sociale ed economica che ci investe si manifesta sempre più nell’impossibilità di ognuna di poter scegliere la propria condizione di vita liberamente.
Siamo convinti che ai necessari e rigorosi interventi repressivi e per la sicurezza delle città, si debbano affiancare azioni concrete che sostengano e promuovano il ruolo delle donne e delle giovani generazioni.
Per isolare e battere la violenza occorrono quelle politiche di cui finora non c’è traccia nelle azioni del Governo: un vero piano nazionale antiviolenza, che disponga di risorse certe, che sostenga i centri in difficoltà, promuova la prevenzione a partire dalle famiglia e dalla scuola, mobilitando le istituzioni, per far vincere nella società una cultura della parità, della libertà, del rispetto e dei diritti.



Un fiore calpestato 

non torna più

ad essere quello di prima

i segni sul suo stelo

resteranno per sempre,

attento quando vai nei prati,

un bocciolo si spezza e muore

se viene preso

dalla mano maldestra dell'uomo

accarezzalo con cura,

l'acqua pura disseta e da la vita

ma se la inquini avvelenerà

tutto quello che

dalla tua terra raccogli,

una donna
è sempre al tuo fianco

ti rende padre,

fa di te l'uomo che sei

non approfittarne del potere

usa bene la forza che hai

è grazie a lei se sei nato,

non violentarla!

sabato 16 ottobre 2010

NUOVA SEDE DE CIRCOLO DEL PARTITO DEMOCRATICO DI PEDARA

Domenica 17 ottobre ore 11:30, inaugurazione della nuova sede del Circolo del Partito Democratico di Pedara in Corso Ara di Giove 134 (accanto Palazzo Pulvirenti). Intereverranno il segretario regionale Lupo e i nostri rappresentanti eletti all'ARS alla Camera e al Senato.

sabato 1 maggio 2010

sabato 24 aprile 2010

venerdì 9 aprile 2010

DOMENICA 11 ore 10 - CONGRESSO DI CIRCOLO

Cari amici delle primarie del Partito Democratico

Con molti di voi, durante questi mesi abbiamo avuto modo di dialogare, con alcuni non è stato possibile perché è stato difficile stabilire un contatto.

E’ il momento di raccogliere quante più risorse ed energie possibili per dare vitalità e slancio al Partito Democratico, appena nato, per aiutarlo a crescere e risolvere prima possibile le difficoltà che vive a livello locale, regionale e nazionale.

E’ il momento di dare il proprio contributo e la personale disponibilità al progetto di un partito che ci è stato illustrato e al quale abbiamo creduto nel momento delle primarie.

E’ il momento di eleggere a livello provinciale e comunale gli organismi democratici che si dedicheranno alla costruzione del Partito.

Vi invito a partecipare al congresso di circolo del Partito Democratico di Pedara, in via Etnea 3, Domenica 11 Aprile alle ore 10:00 per eleggere i delegati al congresso provinciale, dove sono candidati alla segreteria: Luca Spataro, segretario uscente, e Antonio Rizzo, consigliere provinciale; per eleggere inoltre il coordinamento del circolo di Pedara, il quale esprimerà il segretario e gli organi direttivi.

Potranno esercitare il diritto elettorale, attivo e passivo, gli iscritti del 2009 che abbiano rinnovato la tessera nel 2010, i nuovi iscritti hanno diritto all’elettorato passivo.

L’assemblea si svolgerà nel seguente modo: dalle ore 10 alle 11 saranno presentate le mozioni, dalle 11 alle 11:30 si presenteranno le liste, dalle 11:30 alle 13:00 si svolgeranno le votazioni.

Per dare qualche motivazione in più all’impegno e alla partecipazione Vi inoltro la lettera che Bersani ha scritto agli elettori del Partito democratico. E’ ricca di spunti di riflessioni e di motivazioni.

Spero siate numerosi. Saluti.


Prof. Giuseppe Consoli

Coordinatore del Circolo del Pd di Pedara

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Carissimo/a,
le recenti elezioni regionali sono state per tutti noi un passaggio importante, che ci mostra tutta la complessità e la profondità dei problemi che abbiamo di fronte.

Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti. La delusione è solo in parte attenuata dal fatto che abbiamo conquistato comunque la presidenza di sette tra le tredici regioni in palio: un risultato certamente non scontato alla luce dei rapporti di forza che si sono determinati nelle elezioni più recenti, tenendo conto che le elezioni regionali del 2005 si erano svolte dentro un altro universo politico. Va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo, nel voto di domenica e lunedì scorsi si è verificato un arretramento consistente dei consensi del Popolo delle libertà, solo in parte compensato dalla crescita della Lega; le distanze tra il campo del centrodestra e il campo del centrosinistra sono oggi sensibilmente inferiori rispetto a un anno fa, e quindi pur dentro a elementi di delusione si apre uno spazio per il nostro impegno e per il nostro lavoro.

Tuttavia, dal voto emergono chiaramente alcuni problemi di fondo nel rapporto tra i cittadini italiani e la politica: c’è una disaffezione crescente, che si manifesta come distacco e radicalizzazione, verso una politica che gli elettori percepiscono come lontana dai loro problemi. Una crisi sociale ed economica pesante fa sentire ogni giorno le sue conseguenze sulla vita dei cittadini, senza che dal governo arrivino risposte adeguate alla gravità dei problemi. Il principale responsabile di questa situazione è il presidente del consiglio; ma è una situazione che interroga anche noi.

La possibilità di cambiare il corso delle cose è legata alla nostra capacità di offrire un’alternativa positiva e credibile, di dare un’altra possibilità agli italiani. Adesso dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire mettendoci al lavoro per rafforzare il nostro progetto e per dare radicamento a un Partito democratico concepito come una grande forza popolare, presente con continuità ovunque la gente vive e lavora e capace di offrire proposte che abbiano un contenuto sempre più visibile e coerente.

Diversamente, i rischi non solo di disaffezione dell’elettorato ma anche di radicalizzazione e di frammentazione impotente, non potrebbero che diventare più gravi.

Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione.

Il Partito democratico è il partito di una nuova centralità e dignità del lavoro dipendente, autonomo, imprenditoriale e della valorizzazione del suo ruolo nella costruzione del futuro del Paese.

È il partito che non accetta che il consenso venga prima delle regole e lavora per istituzioni più moderne rifiutando la chiave populista. È il partito che dà una risposta innovativa al tema delle autonomie nel quadro di una rinnovata unità nazionale.

Avvieremo insieme un grande piano di lavoro incardinato su questi obiettivi.

È evidente in questo l’importanza del ruolo dei circoli come punto di presenza e di impegno visibile del partito sui territori e come luogo della selezione della nuova classe dirigente della quale abbiamo bisogno. È pensando a tutto questo che voglio ripetere anche qui che nel Partito democratico c’è spazio, come è nostro costume, per una discussione larga e libera sul dopo elezioni e sulle prospettive del nostro partito, ma non per dibattiti autoreferenziali che potrebbero allontanarci dal senso comune dei nostri concittadini.

Buon lavoro. Approfitto per rivolgere a tutti voi e alle vostre famiglie i miei auguri di Buona Pasqua e vi saluto ringraziandovi per il vostro impegno.

Roma 01/04/2010 PierLuigi Bersani


sabato 3 aprile 2010

giovedì 25 marzo 2010

Sabato 27 marzo ore 16,30 - Piazza Don Diego
Presentazione della candidatura a Sindaco di
Anthony Barbagallo

la cittadinanza è invitata in piazza per sostenere
il candidato sindaco e la lista del
PARTITO DEMOCRATICO

lunedì 8 marzo 2010

domenica 7 marzo 2010

COMUNICATO STAMPA

06/03/2010

Il circolo di Pedara del Partito Democratico condivide ufficialmente la candidatura a sindaco dell’Avv. Anthony Emanuele Barbagallo che, a capo di una nuova coalizione, si ricandida a governare la città con determinazione e senso di responsabilità .

Il PD in queste settimane lavorerà per creare, insieme a tutti i soggetti politici coinvolti, un piano di lavoro largo e compatto in grado di proporre alla città un progetto di governo, serio e credibile orientato a riannodare un rapporto fiduciario di ascolto e dialogo tra elettori e forze politiche.

Cosi si esprimono i vertici locali del partito : “Il programma che le forze politiche stanno costruendo insieme al candidato Sindaco, Avv. Barbagallo, è fortemente innovativo, riformista, orientato allo sviluppo della nostra città. Collegialità operativa, lealtà e trasparenza sono le regole di vita amministrativa che impegneranno tutti a percorrere il cammino di attuazione programmatica. Le decisioni saranno un gioco di squadra, senza sterili protagonismi, ma in un equilibrio che porterà sicuri benefici alla vita amministrativa di Pedara. Condividiamo la scelta delle candidature basata su elementi che riescano ad esprimere credibilmente idee, contenuti, proposte politiche in cui la difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici sia ancora un elemento centrale e imprescindibile”.