venerdì 9 aprile 2010

DOMENICA 11 ore 10 - CONGRESSO DI CIRCOLO

Cari amici delle primarie del Partito Democratico

Con molti di voi, durante questi mesi abbiamo avuto modo di dialogare, con alcuni non è stato possibile perché è stato difficile stabilire un contatto.

E’ il momento di raccogliere quante più risorse ed energie possibili per dare vitalità e slancio al Partito Democratico, appena nato, per aiutarlo a crescere e risolvere prima possibile le difficoltà che vive a livello locale, regionale e nazionale.

E’ il momento di dare il proprio contributo e la personale disponibilità al progetto di un partito che ci è stato illustrato e al quale abbiamo creduto nel momento delle primarie.

E’ il momento di eleggere a livello provinciale e comunale gli organismi democratici che si dedicheranno alla costruzione del Partito.

Vi invito a partecipare al congresso di circolo del Partito Democratico di Pedara, in via Etnea 3, Domenica 11 Aprile alle ore 10:00 per eleggere i delegati al congresso provinciale, dove sono candidati alla segreteria: Luca Spataro, segretario uscente, e Antonio Rizzo, consigliere provinciale; per eleggere inoltre il coordinamento del circolo di Pedara, il quale esprimerà il segretario e gli organi direttivi.

Potranno esercitare il diritto elettorale, attivo e passivo, gli iscritti del 2009 che abbiano rinnovato la tessera nel 2010, i nuovi iscritti hanno diritto all’elettorato passivo.

L’assemblea si svolgerà nel seguente modo: dalle ore 10 alle 11 saranno presentate le mozioni, dalle 11 alle 11:30 si presenteranno le liste, dalle 11:30 alle 13:00 si svolgeranno le votazioni.

Per dare qualche motivazione in più all’impegno e alla partecipazione Vi inoltro la lettera che Bersani ha scritto agli elettori del Partito democratico. E’ ricca di spunti di riflessioni e di motivazioni.

Spero siate numerosi. Saluti.


Prof. Giuseppe Consoli

Coordinatore del Circolo del Pd di Pedara

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Carissimo/a,
le recenti elezioni regionali sono state per tutti noi un passaggio importante, che ci mostra tutta la complessità e la profondità dei problemi che abbiamo di fronte.

Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti. La delusione è solo in parte attenuata dal fatto che abbiamo conquistato comunque la presidenza di sette tra le tredici regioni in palio: un risultato certamente non scontato alla luce dei rapporti di forza che si sono determinati nelle elezioni più recenti, tenendo conto che le elezioni regionali del 2005 si erano svolte dentro un altro universo politico. Va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo, nel voto di domenica e lunedì scorsi si è verificato un arretramento consistente dei consensi del Popolo delle libertà, solo in parte compensato dalla crescita della Lega; le distanze tra il campo del centrodestra e il campo del centrosinistra sono oggi sensibilmente inferiori rispetto a un anno fa, e quindi pur dentro a elementi di delusione si apre uno spazio per il nostro impegno e per il nostro lavoro.

Tuttavia, dal voto emergono chiaramente alcuni problemi di fondo nel rapporto tra i cittadini italiani e la politica: c’è una disaffezione crescente, che si manifesta come distacco e radicalizzazione, verso una politica che gli elettori percepiscono come lontana dai loro problemi. Una crisi sociale ed economica pesante fa sentire ogni giorno le sue conseguenze sulla vita dei cittadini, senza che dal governo arrivino risposte adeguate alla gravità dei problemi. Il principale responsabile di questa situazione è il presidente del consiglio; ma è una situazione che interroga anche noi.

La possibilità di cambiare il corso delle cose è legata alla nostra capacità di offrire un’alternativa positiva e credibile, di dare un’altra possibilità agli italiani. Adesso dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire mettendoci al lavoro per rafforzare il nostro progetto e per dare radicamento a un Partito democratico concepito come una grande forza popolare, presente con continuità ovunque la gente vive e lavora e capace di offrire proposte che abbiano un contenuto sempre più visibile e coerente.

Diversamente, i rischi non solo di disaffezione dell’elettorato ma anche di radicalizzazione e di frammentazione impotente, non potrebbero che diventare più gravi.

Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione.

Il Partito democratico è il partito di una nuova centralità e dignità del lavoro dipendente, autonomo, imprenditoriale e della valorizzazione del suo ruolo nella costruzione del futuro del Paese.

È il partito che non accetta che il consenso venga prima delle regole e lavora per istituzioni più moderne rifiutando la chiave populista. È il partito che dà una risposta innovativa al tema delle autonomie nel quadro di una rinnovata unità nazionale.

Avvieremo insieme un grande piano di lavoro incardinato su questi obiettivi.

È evidente in questo l’importanza del ruolo dei circoli come punto di presenza e di impegno visibile del partito sui territori e come luogo della selezione della nuova classe dirigente della quale abbiamo bisogno. È pensando a tutto questo che voglio ripetere anche qui che nel Partito democratico c’è spazio, come è nostro costume, per una discussione larga e libera sul dopo elezioni e sulle prospettive del nostro partito, ma non per dibattiti autoreferenziali che potrebbero allontanarci dal senso comune dei nostri concittadini.

Buon lavoro. Approfitto per rivolgere a tutti voi e alle vostre famiglie i miei auguri di Buona Pasqua e vi saluto ringraziandovi per il vostro impegno.

Roma 01/04/2010 PierLuigi Bersani


11 commenti:

Anonimo ha detto...

Il partito si sta sgretolando..Da tale situazione, a mio avviso, si esce in due modi: con l'arrivo di una personalità di spiccata e riconosciuta autorevolezza capace di generare cooperazione spontanea, oppure con l'adozione responsabile di regole che offrano garanzie all'azione dei singoli. Tali regole ovviamente devono essere osservate da un numero sufficiente di soggetti rappresentativi, e per un discreto periodo di tempo, per essere credibili e generare ulteriore osservanza. In questo momento, nel partito democratico pedarese, non vedo nè l'uno nè l'altro. Ma potrebbe cambiare: basterebbero pochi mesi, segnali forti e non ambigui ed il partito potrebbe tornare nel mercato della politica locale a fare il suo mestiere, ossia intercettare bisogni, proporre soluzioni, promuoverle con convinzione...Non lascio il partito: lo considero anche mio. Ma non permetterò più a nessuno di usare il mio tempo e le mie risorse per scopi diversi da quelli di crescita del Partito Democratico a Pedara. Se e quando le circostanze lo permetteranno tornerò ad impegnarmi, al livello più utile per il partito. Il partito ha bisogno di un bagno di umiltà. Manca di educazione sentimentale e di educazione istituzionale: la prima è necessaria perchè bisogna anche farsi amare per poter guidare i processi; la seconda perchè non si governa la complessità senza regole chiare e credibili e senza garanzie per tutti.
Buona domenica!
Michele Riela

Anonimo ha detto...

ho letto con attenzione ogni parola e ciascuna riga del commento di Michele Riela.

Una domanda:
COME NON ESSERE D'ACCORDO CON LUI?

Elena

Salvatore Bonaccorsi ha detto...

Una cosa dopo la giornata di oggi mi è rimasta impressa nella mente.... l'enorme partecipazione di uomini ma sopratutto di donne, che con il loro contributo di idee hanno palesato la voglia di costruire il partito e continuare il processo iniziato 2 anni fa con le primarie del 14 ottobre.
Al di là delle opinioni di tanti e tante, in disaccordo o meno su scelte localistiche si è registrata la presenza di tutti.......o per lo meno tutti quelli che si sentono e sono democratici davvero no a parole, perchè tutti potremmo esserlo o definirci tali celandoci dietro false identità o anonimati, ma la gente che oggi è intervenuta è persona seria è persona limpida e trasparente, è persona che crede veramente nell'aggregazione spontanea e LIBERA all'interno di un partito, è persona che capisce l'esigenza di un partito e vivendo in prima linea e non al pc la vita politica di un partito sà che le scelte vengono prese insieme e non per il piacere o interesse di uno ma per il bene prima della collettività e poi per il partito.
Mi dispiace che molti non la pensano così, ma facendo politica sul territorio, all'interno del circolo, in prima fila e non via etere, si capiscono tanti passaggi che altrimenti sfuggirebbero. Invito quindi tutti coloro che non la pensano come me o come i tanti con cui abbiamo preso una scelta, di partecipare attivamente al circolo, mettendoci perchè no il volto alle belle idee che si hanno perchè, solo così il partito può crescere, solo così il paese può trovare nuova linfa, solo così le idee hanno una speranza in più per essere attuati e trovare compimento.
Salvatore Bonaccorsi

Nino L. ha detto...

"Il partito si sta sgretolando..Da tale situazione, a mio avviso, si esce in due modi: con l'arrivo di una personalità di spiccata e riconosciuta autorevolezza ..."dici.
Aspettiamo questo arrivo!?L'uomo della Provvidenza, dicono quelli della mia generazione.Un Napoleone?...Zorro?.. Robin Hood?...Mussolini?...Allende?
Cheguevara?...Come lo vogliamo? Ne cloniamo uno "giusto"? Ma wiwa quell'età della vita di un uomo "...quando ancor lunga è la speme
e breve ha la memoria il corso"
Nino L.

Anonimo ha detto...

Caro Nino, non desidero a tutti i costi un Vendola o un Obama Pedaresi...ma neanche mi va di continuare a organizzare tutto all'ultimo minuto senza la forza necessaria per coinvolgere tanti amici. Non mi riferisco alla ricerca di voti, ma alla ricerca di adesioni al circolo democratico.
Caro Salvo, i tuoi (come i miei) ripetuti tentativi di dialogo con chi sembra volersi allontanare e che poi, invece, partecipa seppur criticamente agli incontri, dimostrano che il tuo (come il mio) impegno non è solo etereo.
In conclusione ringrazio Elena per la condivisione e Nino per l'entusiasmo con cui ha "riacceso" sto blog.
Michele Riela

Anonimo ha detto...

adoro l'ironia di Nino! ;-)
Michele

Anonimo ha detto...

domenica un mare di gente ha voluto dimostrare a me e ad altri increduli che il partito non si sta sgretolando! certo, il gruppo vive oggi una dovuta riorganizzazione dopo le corse già vissute per i vari appuntamenti (europee, primarie, ecc) nei quali ha mostrato di crederci e ha corso con deficit, ma con grinta. Porgo adesso sinceri auguri al nuovo Segretario e al Coordinamento intero affinchè si recuperi il contatto coi cittadini come elettori, ma soprattutto come parte attiva nella ricerca del miglioramento della qualità della vita a Pedara.
Michele

Nino L. ha detto...

"Io sto con Emergency"
Nino L.

Nino L. ha detto...

Solidarietà a Saviano!

Nino L.

Anonimo ha detto...

E. Scalfari dopo aver commentato il chiarimento tra Fini e il cav...aggiunge: Mentre questi fatti accadevano nell'area del centrodestra si è riunita ieri la direzione del Pd dando luogo ad un lungo dibattito privo tuttavia di apprezzabili novità e di concrete proposte. Il Pd è in attesa con le armi al piede, si direbbe in gergo militare. Nell'aria aleggia però una domanda: in tempi ormai remoti i due grandi partiti nazionali della Prima Repubblica avevano un invidiabile radicamento nel territorio. Come mai gli eredi di quelle due tradizioni politiche non sono riusciti a coniugare la concezione nazionale del partito e il suo radicamento territoriale?

La ragione è molto semplice e la storia ce la racconta. La Dc era radicata nelle parrocchie, nelle associazioni cattoliche, negli oratori, nelle cooperative bianche. Il Pci ricavava invece quel radicamento dal fatto che i comunisti erano licenziati dalle fabbriche o mandati nei reparti di confino. Occupavano le terre insieme ai contadini, morivano sotto il piombo dei mafiosi insieme agli operai scioperanti nelle zolfare siciliane e nelle cave calabresi. Leggete "Le parole sono pietre" di Carlo Levi e saprete come e perché i comunisti erano radicati sul territorio.

Il radicamento sul territorio non dipende dal numero dei circoli o delle sezioni. Dipende dalla condivisione della vita dei dirigenti con quella del popolo che li segue. Se quella condivisione non c'è e al suo posto c'è separatezza, il contenitore è una scatola vuota e il gruppo dirigente galleggia appunto nel vuoto. Non è questione di età, di giovani o vecchi, di donne o di uomini, di settentrionali o di meridionali, di colti o meno colti. È questione di creare una comunità e viverla come tale. La dirigenza del Pci era fatta di intellettuali che vivevano come proletari e in mezzo ai proletari. Se non c'è comunità, se non si sa suscitarla, non ci sono partiti ma gusci vuoti in balia della corrente. Anzi delle correnti. Questo è il problema del Pd. Mancano i don Milani e i Di Vittorio d'un tempo. Se risuscitassero sotto nuove spoglie molte cose cambierebbero in quest'Italia di maschere e di generali senza soldati.

Michele

Nino L. ha detto...

Magari fosse solo questo il problema del PD!
Appena l'altro ieri ti ho dato, poeticamente, dell'imberbe;
oggi ti dovrei dare,impoeticamente,
del rin...nostalgico.
E' evidente che nessuno dei due epiteti ti calza.
Il radicamento non è una operazione a tavolino.
La grande risorsa del PD,paradossalmente,sono i problemi del mondo,che in queste ore si chiamano:vulcano,guerra,tribunali, terrorismo,sovranità...
Cade l'aereo di Kaczinski...tutto il sistema aereo va in tilt, che casualità.
E...i media,perfetti come apparato pubblicitario,quale risorsa di comunicazione, di massa, antropologica ci riservano?
Per ora resto nel PD!Del resto, dove può andare un mezzo cattolico-liberale e mezzo comunista? Nel Partito Cattomunista? Esiste come definizione ma non come organizzazione-partito.Forse ci dovremmo aiutare a realizzarci da interi cattolici e da interi comunisti magari in questo PD.
Per oggi basta!
Nino L.