giovedì 25 marzo 2010

Sabato 27 marzo ore 16,30 - Piazza Don Diego
Presentazione della candidatura a Sindaco di
Anthony Barbagallo

la cittadinanza è invitata in piazza per sostenere
il candidato sindaco e la lista del
PARTITO DEMOCRATICO

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande:il Laboratorio Politico del PD di Pedara!
Nino L.
P.S. Si conferma come il migliore circolo PD di Pedara!!!

Anonimo ha detto...

30 marzo 2010 alle 19:48
CATANIA – È una mafia che fa affari e che spara. Una mafia “in fibrillazione ed operatività”, come dice il procuratore Vincenzo D’Agata pensando a quei gruppi di fuoco, bloccati in extremis, pronti a conquistarsi armi in pugno la leadership di una Cosa nostra ormai orfana dei padrini di un tempo. Con gli eredi di Nitto Santapaola, raccontano vecchi e nuovi pentiti, Raffaele Lombardo e i suoi uomini avrebbero mantenuto rapporti d’affare e di potere. Con boss della mafia militare come Vincenzo Aiello, vicecapo provinciale delle cosche catanesi, arrestato dalla polizia ad ottobre scorso ma anche con colletti bianchi come l’architetto Giuseppe Liga, assurto a nuovo capo delle famiglie palermitane dopo l’arresto dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.

Quando Liga è finito in carcere, la scorsa settimana, ed è saltata fuori una foto che lo riprende mentre esce dal palazzo della presidenza della Regione dove era andato ad incontrare proprio Raffaele Lombardo, il governatore se ne è uscito con una battuta: “Bisogna stare molto attenti in Sicilia. Meno male che, grazie e Dio, non ho casa, non ricevo nessuno fuori dal Palazzo. Chi viene da me lascia nome, cognome, indirizzo. D’ora in poi gli faremo anche una foto veloce. Così lo archiviamo”. Era il 2 giugno 2009, campagna elettorale per le Europee.

A Liga Lombardo chiede voti. Poi qualche giorno dopo, al telefono, il capomafia dice: ” Io ho avuto dei contatti con Raffaele… durante la campagna elettorale… ci sono alcune cose in movimento”. Ma è, certamente, dalle sue “relazioni pericolose” nel Catanese che vengono le insidie più pericolose per il Governatore. Anche perché, da qualche settimana, i magistrati della Dda hanno per le mani un nuovo collaboratore di giustizia che sembra sapere molte cose sui rapporti tra cosche e zona grigia: è Giuseppe Laudani, rampollo di una delle famiglie più blasonate delle cosche catanesi che ha già parlato a lungo delle operazioni di riciclaggio di denaro attraverso il re della grande distribuzione in Sicilia, Sebastiano Scuto, arrestato e adesso sotto processo.

Il grande accusatore del governatore siciliano e di suo fratello Angelo è un altro pentito. Si chiama Maurizio Avola, uomo d’onore della famiglia di Nitto Santapaola, e, anche sulla scorta delle sue dichiarazioni, già tre anni fa – prima della sua elezione a presidente della Regione – i magistrati catanesi avevano iscritto Raffaele Lombardo nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo averlo visto in tv mentre firmava un accordo con la Lega nord, Avola riconobbe in Lombardo lo stesso uomo che, negli anni 80, avrebbe visto incontrarsi, durante la latitanza, con Nitto Santapaola, a San Giuseppe La Punta, in casa di un falegname dove Lombardo si sarebbe recato a bordo di una macchina che il pentito ha indicato con esattezza: una Lancia Delta Hf 16 valvole blu, esattamente dello stesso tipo di quella che guidava Lombardo in quel periodo. Di quella vecchia inchiesta la Procura di Catania chiese l’archiviazione, respinta dal gip che ha invece richiesto ai pm un supplemento d’inchiesta.

Anonimo ha detto...

Peccato!!!
Hai utilizzato questa bella bacheca,la migliore,per quale messaggio "anonimo"?
Informazione?
Avvertimento?
Autocritica?
Lotta politica?
Subdola violenza?
Costernazione?
Condanna?
...
Peccato,anche perchè, sai scrivere!
Nino L.

Anonimo ha detto...

S.Giuseppe La Punta
sta a S.Giovanni La Punta
come Licata
sta a Ficata ?
Pesce d'Aprile!
Nino L.

Anonimo ha detto...

Che fine farà il partito per il quale hanno votato quei siciliani che non si sono mai rassegnati al clientelismo come filosofia politica e alla raccomandazione come regola di vita? Semplice, rispondono i "collaborazionisti": costruirà con Lombardo un'alleanza stabile, facendone la testa d'ariete che romperà in Sicilia il muro berlusconiano del 61 a 0. In altre parole, il Pd diventerà il portatore d'acqua dell'Mpa (o del Partito del Sud), accettandone l'egemonia siciliana in cambio dei suoi voti alle prossime politiche.

È un ragionamento cinico, che si presta però a due obiezioni fondamentali. La prima: cosa fa credere a Cracolici, a Lumia, a Genovese e a Cardinale che quei siciliani che hanno votato il Pd senza chiedere nulla in cambio - eccetto l'impegno a battersi per una politica pulita, senza imbrogli e senza clientelismi - continuino a votare per loro, una volta che il partito avrà passato il Rubicone siciliano e si sarà alleato con il grande tessitore della rete di favori, prebende e raccomandazioni? La seconda: se anche il Pd sdoganerà il clientelismo di Lombardo, facendo cadere l'antico muro della questione morale, perché mai un disoccupato dovrebbe preferire il dilettantismo dei nuovi arrivati all'esperienza trentennale di un professionista del clientelismo? A quale porta andrà a offrire il suo voto, quel disoccupato, a quella di Cracolici o a quella di Lombardo? Provate a mettervi al suo posto e non avrete dubbi.

Può darsi che a qualcuno non importi che fine farà il Pd dopo che lui avrà ritirato i suoi dividendi di potere. Può darsi. Ma l'astuto Cracolici non dovrebbe dimenticare che il Pd ha avuto i voti dei siciliani, alle ultime elezioni regionali, perché i suoi eletti conducessero un'opposizione netta a Lombardo, non perché entrassero nel suo governo. E il prudente segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, si ricorderà certamente di essere stato votato, alle primarie, per dar vita a un'alternativa al leader dell'Mpa, non per costituire un'alleanza con quel partito.

I deputati regionali e i dirigenti siciliani vogliono invertire la rotta, calpestando la volontà così chiaramente espressa dai loro elettori e dalla base del partito? Nessuno può impedirglielo, se non la loro coscienza. Ma prima, invece di organizzare incontri segreti a casa loro con il governatore, dovrebbero avvertire almeno l'esigenza democratica di sottoporre questa svolta, o meglio questa inversione a U, ai loro elettori. Con un referendum, per esempio, che affidi una scelta così drammaticamente impegnativa ai militanti e agli elettori del partito. Prima di gettare giù dalla rupe una storia e un progetto, è giusto che si pronuncino quelli che vi hanno creduto davvero.

f.to elettore pedarese

Nino L. ha detto...

Se l'Arcivescovo di Costantinopoli si Arcivescovocostantinopolizzasse tutti gli Arcivescovi di Costantinopoli si Arcivescovocostantinopolizzerebbero?
O sstrrugghitici ssi nnummari!
Nino L.

Anonimo ha detto...

«Solo inSicilia esiste una condizione tanto inspiegabile. Un governo che non ha una maggioranza e che si regge grazie al comportamento generoso e incompren¬sibile del maggiore partito d'opposizione. II gruppo del Pd ha consentito finora a Lombardo di sopravvivere. E Lombardo, come aveva fatto a Catania, continua a fondare il suo potere sul clientelismo».

In nessun caso il Pd, che si vanta di aver partecipato al varo di importanti riforme per la Sicilia, potrebbe raccogliere i frutti ed entrare al governo con Lombardo?
«Quali riforme, aver eliminato gli Ato virtuosi o aver dato il via al saccheggio del territorio? Non è comunque un passaggio che pub essere deciso dai deputati regionali, a colpi di maggioranza risicata. Ci vuole una decisione adottata in modo straordinario, con un referendum, col coinvolgimento delle decine di migliaia di iscritti che hanno sostenuto il Pd in questa fase».

Il Pd ha fatto la sua scelta motivandola, quando ha preso atto della crisi del centrodestra.
«La crisi c'era. Facendo da stampella a Lombardo abbiamo favorito un pezzo di centrodestra. Quando Lombardo era presidente della provincia di Catania, gli assessori del Pdl sono finiti nella sua orbita ed è iniziato lo scontro furibondo con Castiglione, che non si è più fermato. Questa è la stessa logica di contrapposizione frontale. Il Pd, finirà spaccato, non deve stare né con Lombardo né col Pdl di Alfano e degli altri. Non deve cadere nell'errore, sono avversari di pari misura entrambi».

Lombardo, alla notizia dell'inchiesta, ha adombrato l'esistenza di un complotto contro di lui.
«Ha la suggestione dei complotti. Si passi la mano sulla coscienza».

Che ne pensa dell'indagine che lo vede coinvolto?
«Non conosco gli atti processuali. Dico solo che ho grande rispetto per il lavoro di questo pool di magistrati seri. Gli investigatori sono i Ros, uno degli apparti più qualificati. E bene che Lombardo fornisca presto ai magistrati tutti gli elementi a sua discolpa. II Pd lo vuole in aula, la democrazia ha i suoi riti. Ma Lombardo non può assolversi o condannarsi con un intervento a sala d'Ercole. C'è un impianto accusatorio grave che impone verifiche attente e comportamenti conseguenti. Certo, se arriva una richiesta di rinvio a giudizio, la situazione muta».

Sen. Enzo Bianco

Nino L. ha detto...

Ringrazio l'On.Bianco,per l'attenzione democratica che ha voluto riservare a questo uditorio, che, seppur modesto,ha l'ambizione di... esserci."Tristo quel popolo che ha bisogno di eroi".Qui si cerca di elaborare un modello di pratica democratica effettuale, alternativo all'antipolitica,
all'astensione,alla delega,alla rassegnazione.Siamo convinti che,pazientemente,rinunciando solo al...superfluo, sviluppando micro processi di aggregazione civile, mediando la conflittualità endemica,promuovendo,così, reti virtuose,si spera,si tessano maglie di macropolitica e di democrazia.
E'laborioso ma c'è...l'ora legale!

Anonimo ha detto...

non credo si tratti di un intervento diretto del Senatore.
in ogni caso mi colma di entusiasmo l'intervento di Nino.
l'unica cosa che voglio esprimere è il mio desiderio di far crescere il pd PRIMA di cercare qualsiasi alleanza!
Michele